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6000 passi in città con Luigi Dallapiccola

 

Appena arrivato a Firenze, Dallapiccola impara a conoscere la città grazie alle lapidi dantesche, che gli fanno da guida nella sua paradigmatica passeggiata quotidiana di 6000 passi, durante la quale può riflettere nella condizione per lui ideale, cioè in totale solitudine. La passeggiata di Dallapiccola ha la durata esatta di un’ora: «Le mie peregrinazioni serali durano un’ora, esattamente» egli scrive all’amico fotografo Giacomo Pozzi-Bellini. Un’esattezza che ritroviamo anche nell’organizzazione dei suoi brani: Volo di notte, per esempio, «si compone di mille battute e dura un’ora», com’egli stesso comunica ad Alberto Mantelli. Delle sue passeggiate – i cui percorsi sono stati ricostruiti grazie ai dettagliati ricordi di Romano Pezzati – esiste anche una bella testimonianza di Alberto Vigevani:

 

Non posso dimenticare l’amicizia con Luigi Dallapiccola, che conobbi insieme con il violinista Sandro Materassi e l’indimenticabile moglie Luisa, in compagnia di Sandro e Marcella Bonsanti, Gianfranco Contini e Carlo Emilio Gadda – ospiti in Versilia dei Barnabiti –, un’estate a Fiumetto: credo fosse il 1940, perché ci desolavano le notizie delle inarrestabili avanzate delle divisioni corazzate tedesche. / Dallapiccola, che in gioventù era stato fascista, per via dell’irredentismo famigliare – era istriano –, aveva dato soprannomi beffardi ai due dittatori dell’Asse, come “Trucibaldo” per Mussolini. Possedeva una mente musico-matematica che aveva qualcosa di maniacale, come la sua abitudine, quasi avesse nel cervello un metronomo, di contare i passi d’ogni sua passeggiata, comprese le serali che compiva con me lungo la spiaggia. Ma soprattutto mostruosa era la sua memoria. Bastava che accennassi a un personaggio di Proust, che Dallapiccola subito evocava ciò ch’io vagamente citavo, parola per parola, come rileggesse fedelmente le pagine originali.

 

Quei seimila paradigmatici passi, fissati nel bellissimo film-documentario del 2011 Firenze dodecafonica. Seimila passi in città con Luigi Dallapiccola (a cui si rimanda nella sezione “Documentari” del sito), diventano progressivamente perfetti nella loro esattezza, quasi a scandire tempo e spazio, perché servono a memorizzare le terzine dantesche che Dallapiccola ripete fra sé e sé nel corso della passeggiata, nonché ad aiutarlo nei calcoli e negli sviluppi seriali. Sono altresì conseguenza della sua spasmodica venerazione del numero e di una disciplina ferrea di vita e di lavoro. E sono infine, specie nei primi anni, l’iniziazione alla storia dell’arte e alla bellezza insita in ogni angolo della città. Il culto di Dante lo segue nel suo trasferimento a Firenze, e le epigrafi dantesche poste sui palazzi fiorentini lo guidano alla scoperta della città: «Non dimenticherò mai il brivido che mi scosse quando, nel cortile di Palazzo Vecchio, del tutto inaspettato, i miei occhi furono attratti da una lapide». In Piazza San Giovanni, sulla facciata della Misericordia, la lapide della preghiera più amata. Ricorda Roberto Contini:

Chi ha frequentato anche fugacemente Dallapiccola sa come il suo pensiero e la sua conversazione non si rivolgessero al bestseller della moda pettegola ma alla grandezza inalterabile dei classici. Dante era il primo nel suo quotidiano commercio. E forse avrà cominciato a sospettarlo qualcuno dei tanti che, con l’orecchio incollato alla radio, cercarono di captare con appassionata fatica la memorabile première berlinese di Ulisse. Ma la riflessione su Dante era incessante.

 

Dante, baluardo imprescindibile, rappresenta per Dallapiccola la più solida radice della propria italianità: una fortezza culturale che aveva imparato ad amare grazie a suo padre, e che ora ritrova a Firenze, dove arriva anche grazie al suo richiamo: «Nel maggio del 1922 – avevo 18 anni – arrivai a Firenze. […] Per noi Dante non era soltanto Il Poeta: era un simbolo».

 

Il tema dei 6000 passi nasce nel 2004 in occasione delle conferenze di Mario Ruffini per il centenario a Trieste, Capodistria, Pisino d’Istria, Pola. Un tema successivamente rielaborato in una nuova conferenza tenuta nel 2011 a Firenze per gli Amici dei Musei: in tale occasione il regista fiorentino Clemente Fiorentini realizza un Musik-Film, documentario dal titolo omonimo, di cui scrive anche la sceneggiatura, che viene presentato nel corso della stessa conferenza.

 

 

  1. Via Romana / casa di Dallapiccola
  2. Chiesa di San Felice in Piazza
  3. Palazzo Pitti
  4. Via Guicciardini*
  5. Ponte Vecchio
  6. Casa di Dante
  7. Duomo / Battistero*
  8. Via Cavour
  9. Via degli Alfani
  10. Conservatorio

 

* Parti variabili del percorso centrale (fra Via Guicciardini e il Duomo / Battistero), di volta in volta mutato a seconda delle lapidi dantesche da osservare su

 

Borgo de’ Greci

Porta di San Piero

Piazza de’ Cimatori

Via de’ Cerchi

Borgo SS. Apostoli

Piazza della Signoria

Via de’ Lamberti

Via dell’Oche

Cortile di Palazzo Vecchio

Piazza San Firenze

Via degli Archibusieri

Via Por Santa Maria

L’Antica Cerchia

Ponte Vecchio

Via degli Speziali

Via Tornabuoni

Arno

Via dei Tavolini

Via del Proconsolo

Via del Monte alle Croci

Pietra Scema

Via Dante Alighieri

Via Cerretani

Porta della Pera

Via Calzaiuoli

Via del Corso

 

  1. Via Romana / casa di Dallapiccola
  2. Chiesa di San Felice
  3. Via Maggio
  4. Via di Santo Spirito
  5. Via de’ Coverelli
  6. Lungarno Guicciardini
  7. Piazza Frescobaldi

 

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