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Edoardo Cavallini

 

Firenze, 30 maggio 1911- Firenze, 13 febbraio 1968

Intraprende sin da giovanissimo studi musicali, fiorendo come abile violinista sotto la guida di Fanfulla Lari, e avvicinandosi da autodidatta al mondo della composizione. Già da adolescente esplora il mondo sonoro degli intervalli inferiori al semitono; attraverso lo studio della musica enarmonica dell’antica Grecia e del Rinascimento, inizia il suo percorso di scoperta di nuove possibilità foniche, arrivando ad introdurre alterazioni minori – di quarti e di terzi di tono – nel sistema tradizionale dei diesis e dei bemolle.

L’attività di ricerca e l’esplorazione di strade meno battute caratterizza l’intera esistenza di Cavallini, fornendo ingenti contributi agli studi riguardanti le possibilità tonali e modali del sistema musicale.

Scrive studi sui quarti e terzi di tono, vari saggi sulla tecnica microtonale, un Trattato sull’Armonia Pluricromatica ed un Metodo sulla Tecnica Pluricromatica per violino.

Compositore molto prolifico, estrinseca nelle proprie creazioni -principalmente per archi e pianoforte – il sistema musicale da lui messo a punto.

Ricordiamo tra le sue composizioni gli Studi Pluricromatici e quelli Enarmonici, i Canoni Prismatici, la Slawische Ouverture ed i Dechový Kvintet, opere che hanno attirato l’interesse e la stima di grandi musicisti quali Václav Tálich, Alois Hába, Ivan Wyschengradsky, Jaroslav Rídký, Arturo Toscanini, Alfredo Casella, Riccardo Zandonai, Gino Marinuzzi, Amilcare Zanella.

Su incarico del Ministero dell’Educazione Nazionale, nel 1940 fonda presso la Regia Accademia di S. Cecilia a Roma la prima cattedra italiana di Armonia pluricromatica. Tuttavia, l’insegnamento ha sorti assai altalenanti e, nonostante alcuni successi ottenuti, numerosi problemi sono costantemente in agguato. La guerra decreta inesorabilmente il destino della cattedra: conclusosi il periodo bellico, nonostante le pressanti richiesti di Cavallini affinché i corsi riprendessero, il Ministero della pubblica istruzione la sopprime definitivamente (1945) a causa della mancanza di fondi. Vano anche il tentativo, fortemente bramato da Cavallini, di spostare l’insegnamento presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.

Nel 1947 il compositore si trova a Praga, delegato italiano al primo congresso Internazionale dei Compositori e Critici Musicali. La permanenza in Cecoslovacchia si protrae fino al 1953: inizialmente docente di Storia della Musica presso l’Istituto Italiano di Cultura a Praga, frequenta in seguito l’Akademie Musickych Uméní, specializzandosi in composizione cromatica con Jaroslav Rídký e in composizione pluricromatica con Alois Hába.

Ricopre per numerosi anni l’incarico di docente di Storia della Musica, questa volta presso l’Istituto di Cultura Italiana a Innsbruck (1953-1965).

La parabola della sua esistenza termina a Firenze: rientrato nella città natia, non riesce a trovare nessun impiego stabile, impartisce lezioni private di musica e vive gli ultimi anni della sua vita all’insegna delle ristrettezze economiche, mentre le sue condizioni di salute si aggravano portandolo quasi alla cecità.

 

Fonti archivistiche
Fondo Edoardo Cavallini, Biblioteca del Conservatorio, Conservatorio Luigi Cherubini, Firenze.

Bibliografia
Miriam Viapiana, L’Archivio Edoardo Cavallini presso la Biblioteca del Conservatorio Luigi Cherubini di
Firenze. Inventario, Firenze, Firenze University Press, 2019.

Edoardo Cavallini e la Scuola pluricromatica italiana

 

CATALOGO DELLE COMPOSIZIONI

 

La voce biografica e il catalogo delle composizioni sono stati ricostruiti da Miluz Medeot

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